Il Colosseo, le belve e gli schiavi

Caos al Colosseo, la contromossa pronta da tempo: il Quirinale era stato avvertito

Giovedì, quando il rischio-blocco era già nell’aria, Franceschini aveva avuto un colloquio con Mattarella

Insomma, hanno colto l’occasione di un’assemblea ampiamente preannunciata – e assolutamente legale – per serrare la morsa attorno ai lavoratori dei musei, sotto organico da tempo, a cui non vengono più pagati da mesi gli straordinari (straordinari che sono costretti a fare, essendo sotto organico) e dai quali quindi ci si poteva aspettare qualche azione “clamorosa” – tipo scioperi – appena la situazione avesse raggiunto il punto di ebollizione, che non sembra lontano. Pericolo scongiurato.

Pare che il decreto fosse già nel cassetto del ministro, in attesa solo dell’occasione buona. Occasione che è stata costruita, semplicemente non dando agli utenti le informazioni dovute circa l’assemblea (che era, meglio ripeterlo, perfettamente legale, preannunciata, fatta nelle prime ore della giornata proprio per minimizzare l’impatto sul pubblico). Poi hanno fatto un po’ di cagnara sulle file che ovviamente si erano formate alla biglietteria, sulla “figuraccia” internazionale, ampiamente amplificata dalla grancassa dei media di regime. Ed ecco che il cosiddetto premier può fare la voce grossa e tirar fuori dal cappello, già bell’e fatto, il decreto-tenaglia sul diritto di sciopero. Cosa c’entrano gli scioperi, visto che qui si trattava di un’assemblea? Niente, infatti. Hanno solo approfittato della situazione per spingere avanti, sull’onda dell’indignazione popolare (ampiamente montata grazie ai media di regime di cui sopra), un decreto che avevano già in canna. Mi pare interessante sottolineare che Franceschini il tempo per adottare le necessarie contromisure ce l’aveva, ma l’ha utilizzato per andare a confabulare con Mattarella. L’articolo della Stampa la mette giù soft, dando comunque la colpa ai lavoratori (Franceschini in fondo è uno di sinistra, vuol bene ai lavoratori, stava cercando di aiutarli, ma loro, cattivoni…), ma è inevitabile pensare male, vista la dinamica. Il fatto è che i fondi sono stati drasticamente ridotti, non ci sono nemmeno i soldi per pagare gli straordinari – per non parlare di nuove assunzioni, che sarebbero assolutamente necessarie – così si fa in modo di mettere i lavoratori, ormai esasperati, nella condizione di non poter scioperare affatto, perchè il decreto, equiparando musei e beni culturali ai servizi essenziali (scuole, ospedali, trasporti), sottomette il loro diritto di sciopero al permesso del Garante. E ciao.

“la misura è colma”, detto dal ministro Franceschini che è poi il primo destinatario della protesta dei suoi dipendenti, cui non viene versato il salario accessorio da gennaio.

Eccola qui, in questa frase, la vera ragione: per non dover affrontare la questione degli straordinari non pagati si rivolta la frittata, si sposta l’attenzione e si fa in modo che i lavoratori passino dalla parte del torto. Una manovrina subdola, furbetta, che palesa bene la comunione di spiriti tra il vice-disastro e quello che gli appioppò il nomignolo, e che allora faceva solo il sindaco di Firenze. Prima di fare carriera.

Dougga_Banquet-scalata
Mosaico di Dougga – gli schiavi servono da bere ai tur… ai partecipanti al banchetto.

3 pensieri su “Il Colosseo, le belve e gli schiavi”

  1. Aehm… il cinema non rientra esattamente tra i miei interessi, quindi non saprei proprio :P L’unico commento che mi sento di esprimere è: il tizio della locandina ha la faccia veramente antipatica…

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