Ci sono cose piu’ divertenti di quelli che si comprano i piani cucina in vetro.
Sentita per caso su radiopopolare, questa roba mi ha spinto a cercarne il testo. Poi gli altri dell’album, tanto per capire se si trattasse di un fenomeno isolato oppure no. Purtroppo no: e’ sempre la stessa canzone, reiterata ad nauseam, con poche varianti e il titolo cambiato. Un’accozzaglia di frasi a caso, che ruotano attorno alle stesse – poche – situazioni: citta’ fredda e tentacolare, droghe (e tutta la mitologia accessoria, sempre uguale da almeno 40 anni), alienazione, incapacita’ di relazionarsi con gli altri, brandelli di cronaca infilati quale la’. Velleita’ pseudopoetiche, tentativi di imitazione – CCCP, che pure citano, ma anche De Gregori e altri- e un’imbarazzante assenza di genuino talento.
(salverei il verso «e il problema, ripetevi, che sono stati asfaltati i prati e non i preti» che, nonostante la struttura zoppicante, denuncia la presenza di qualche neurone ancora attivo nella testa dell’autore, per il resto ridotta a mero bussolotto in cui shakerare ritagli di pensierini altrui)
(e segnalo pure, a distanza di mesi, questo frammentino parodiato della medesima… uhm… “canzone”. Geniale.)
Qualcuno dica a questi qui che trascrivere un tema da 3+ delle superiori, formattarlo con il testo centrato, leggerlo con un sottofondo di 4 accordi in croce non significa comporre una canzone.
Sembra invece che di recente funzioni proprio cosi’. Per avere un’idea dei personaggi che ora fanno successo, leggiti i tre splendidi post della Betty Moore dedicati a Giovanni Allevi.
C’e’ tanta gente disposta a giurare che Allevi e’ bravissimissimo, un genio, vera Musica con la maiuscola e amenita’ del genere. Vedi tu.
Direi che la tendenza del periodo è quella dello sfigato-figo/nerd-sex-symbol
Decisamente meglio gli anni 80…
dimenticavo anche il bimbominkia prodigio:
Questo post
http://piste.blogspot.com/2008/12/cosa-racconteremo-ai-figli-che-non.html
insinua che siamo a noi a non capire ;)
Molto carino, specie il tono falsamente umile :D
“Le ragazze che imparano i testi a memoria hanno sempre ragione”: affermarlo sul serio equivarrebbe a dire che i Tokio Hotel sono i nuovi Mozart.
L’analisi e’ ineccepibile: canzoni tutte uguali, fatte di un collage di frasi evocative e simil-poetiche, “centinaia di rimandi a un certo tipo di cultura che noi abbiamo”, l’ombra lunga dei CCCP ma anche – ripensandoci – quella dei Franti, gruppo degli anni ’80 ingiustamente dimenticato, anarchici, punk, liriche cupe, un immaginario molto simile a quello delle Luci (ma che abisso…) e una cantante – Lalli – dalla voce splendida.
La differenza tra noi che ascoltavamo i CCCP e le ragazzine che osannano le Luci c’e’ eccome: i CCCP erano nuovi, apportavano qualcosa di assolutamente inedito, uno stile loro proprio; le Luci sono una rifrittura di cose gia’ viste e straviste, senza alcun elemento originale.
E Tricarico, allora? No, dico: “Tutto è un miracolo, anche i pidocchi / anche i pidocchi papampam / sai che i dinosauri mangiavano gli uomini come noccioline? papampam / Poi un meteorite li ha eliminati /siamo stati fortunati, miracolati”
C’è un ground zero anche al di sotto della stupidità manifesta…
Sisi, ma lui e’ andato a Sanremo, eh. Vorra’ pur dire qualcosa, insomma.
…
No, eh?